Enrico Aldini è atteso da una nuova esperienza, sempre nell’universo della massima serie: durante la prossima stagione agonistica, il forte pivot classe 2002 vestirà la maglia della Raimond Sassari. Come è noto, stiamo parlando di un giocatore cresciuto nei ranghi della Pallamano Spallanzani: la sua lunga e proficua esperienza a Casalgrande si è chiusa al termine dell’annata 2020/21, con l’ottimo 6° posto che la Modula ha saputo conquistare nel girone B della serie A2. A seguire Aldini ha spiccato il volo verso il panorama della prima divisione nazionale, indossando la plurititolata casacca di Trieste: nello scorso campionato di serie A1 Beretta, lui ha saputo collocarsi tra i principali protagonisti della compagine alabardata. Sul campo i biancorossi giuliani hanno conquistato la salvezza diretta, senza passare attraverso i playout: il contributo fornito da Aldini è stato di rilevante importanza nell’arrivare a raggiungere tale obiettivo, un traguardo che sulla carta non appariva certo così scontato. Tutto ciò senza dimenticare gli impegni di Enrico nell’ambito della Nazionale, che stanno continuando anche in questo periodo.
“Sono davvero felice di avere questa occasione per rivolgermi al pubblico di Casalgrande – ci racconta il diretto interessato – Un po’ di aria di casa fa sempre bene: inoltre resto grato alla Pallamano Spallanzani, perchè proprio lì ho portato avanti un percorso di formazione davvero indelebile. Il mio club di origine mi ha dato tanto, di fatto insegnandomi a giocare: anche se da ormai un anno mi trovo lontano, le amicizie casalgrandesi sono comunque rimaste e non manco mai di tenermi informato sulle attività delle squadre biancorosse. Come ho già avuto modo di sottolineare dodici mesi fa, chissà che un giorno non si creino le condizioni per un mio ritorno a casa: in futuro non escludo affatto di rientrare alla Pallamano Spallanzani, e se ciò avvenisse in massima serie sarebbe davvero fantastico. Ad ogni modo, queste sono ancora prospettive molto ipotetiche: adesso la mia mente è concentrata sull’esperienza targata Raimond Sassari, un nuovo percorso di assoluto prestigio che sono pronto ad affrontare spendendo ogni mia energia”.
Intanto, com’è andata a Trieste? Quali sono le tue impressioni in merito al cammino personale e ai risultati ottenuti dalla squadra?
“L’annata 2021/22 a Trieste mi è stata davvero utile: in terra giuliana, credo proprio di avere effettuato rilevanti tappe di crescita. Per questo devo ringraziare in particolare l’allenatore Fredi Radojkovic, che ha creduto in me con assoluta convinzione accordandomi una gratificante fiducia: i suoi preziosi insegnamenti mi hanno permesso di compiere ulteriori miglioramenti, raggiungendo nuove soglie di rendimento. Parlando invece della squadra, ritengo che la salvezza senza spareggi sia un giusto riconoscimento per il lavoro che tutti noi abbiamo svolto durante una stagione davvero lunga e impegnativa: i momenti difficili non sono certo mancati, ma l’intero gruppo ha saputo fronteggiarli con lucidità sia dal punto di vista tecnico sia sotto l’aspetto caratteriale. Proprio in questi giorni la società ha ufficialmente rinunciato alla massima divisione, scegliendo di ripartire dall’A2: una notizia che ovviamente dispiace, non solo a me ma penso anche all’intero mondo della pallamano italiana. D’altro canto, ciò non cancella affatto il grandissimo valore di ciò che abbiamo costruito durante la scorsa annata: inoltre ritengo che Trieste abbia la storia, l’organizzazione, l’entusiasmo e il seguito che servono per tornare in A1 nel giro di brevissimo tempo”.
Il tuo trasferimento alla Raimond Sassari è avvenuto con la formula del prestito…
“E qui devo ringraziare sinceramente la Pallamano Trieste, che ha compreso al volo la mia esigenza e la mia volontà di continuare a calcare i parquet della prima serie. Tra le proposte che mi sono arrivate, quella di Sassari si è rivelata la più convincente fin da sùbito. Innanzitutto ripongo grande fiducia nell’allenatore, Luigi Passino: conosco bene il modo di lavorare che lo caratterizza, e so che nella sua concezione ogni giocatore riveste un elevato e specifico livello di importanza. Con lui non esistono comprimari, o seconde linee: ognuno ha la possibilità di assumere un ruolo di rilievo, e si tratta di un impostazione che si colloca in piena sintonia con il mio modo di interpretare la pallamano. Poi, la mia scelta deriva anche dalla vivace traiettoria che la Raimond si appresta ad affrontare: stiamo infatti parlando di una squadra che nel 2022/23 si metterà alla prova con serie A Gold, Supercoppa Italiana, European Cup e auspicabilmente Coppa Italia. Ora, la mia intenzione non è affatto quella di mettermi qui a pronunciare proclami supponenti: tuttavia il nostro organico ha senza dubbio la struttura giusta per distinguersi in ogni contesto. Solo per fare qualche esempio basti pensare al croato-bosniaco Josip Grbavac e al serbo Srdjan Mijatovic, che sono gli altri nuovi arrivi ufficializzati fin qui: poi il confermato Damir Halilkovic, bosniaco classe ’92 che condivide con me il ruolo di pivot”.
In buona sostanza, la formazione isolana rientra tra le maggiori favorite in chiave scudetto?
“Di certo siamo una squadra che nasce per viaggiare stabilmente nella medio-alta classifica, inutile negare l’evidenza: peraltro lo scorso anno Sassari ha vinto la Coppa Italia, e quindi adesso c’è una reputazione ancora più brillante da difendere. Al tempo stesso, credo sia saggio suggerire una certa cautela nel parlare di scudetto: l’elenco delle principali candidate al tricolore emergerà solo col passare delle settimane, e per avere un quadro più chiaro in merito bisognerà attendere quantomeno la fine della fase di andata. Poi, come se non bastasse, il prossimo campionato di serie A Gold ha in serbo una gamma davvero vasta di ostacoli da superare: tutte le avversarie si prospettano infatti parecchio insidiose, pure quelle che sulla carta non hanno grandi aspirazioni in chiave titolo. Giusto per rimanere in ambito reggiano, prevedo che i confronti con i Vikings Rubiera saranno particolarmente complessi per chiunque: da gennaio 2022 i biancorossoblù allenati da Luca Galluccio hanno effettuato un cammino in costante ascesa, e adesso possono contare su un organico ben rinforzato. Al momento Rubiera non rientra tra le principali potenze della categoria, ma ciò significa ben poco: il compito di affrontare i “Vichinghi” sarà parecchio complicato, anche per noi”.
A Trieste avevi iniziato un percorso di studi universitari, nell’ambito dell’ingegneria: è un’attività che proseguirai?
“Certo che sì: per chi si sposta frequentemente come noi giocatori, i mezzi che internet fornisce sono una vera fortuna. Grazie all’università telematica, potrò continuare a studiare pure in Sardegna”.
Con te è impossibile non parlare dello Spallanzani Casalgrande, e in particolare della prima squadra maschile. Ti aspettavi la retrocessione in B? A tuo parere, c’erano segnali che lasciavano intravedere questo verdetto?
“Da ciò che ho potuto osservare a distanza, Casalgrande ha avuto problemi in primo luogo sotto il profilo difensivo: d’altronde la discesa di categoria non era affatto ciò che avevo previsto. Con tutto il rispetto per la serie B, campionato molto impegnativo soprattutto in Emilia Romagna, la prospettiva di vedere lo Spallanzani in terza serie continua a risultarmi difficile da digerire: se ripenso a tutto il lavoro e alla gloriosa strada che abbiamo saputo compiere, il ritorno in B è uno scenario che mi appare quasi impensabile. I momenti significativi che ho vissuto insieme al gruppo di Casalgrande sono stati davvero tanti: ad esempio la promozione in A2 maturata nella primavera 2019, o il già citato 6° posto di un anno fa. Un formidabile itinerario con allenatori di primo piano, da Daniele Scorziello a Fabrizio Fiumicelli”.
E dunque, quale potrà essere il ruolo dello Spallanzani Casalgrande nella stagione 2022/23?
“Nessun dramma: un anno sottotono può capitare a chiunque e adesso la B è una realtà con cui bisogna fare i conti, ma il futuro della prima squadra maschile appare comunque confortante. Intanto va evidenziato che Casalgrande è retrocessa raccogliendo 21 punti in 26 gare, che non sono certo così pochi: ciò costituisce un ottima base su cui impostare un solido avvenire. La società è riuscita a trattenere elementi di primaria importanza per lo scacchiere della squadra: poi, il confermato trainer Matteo Corradini ha senza dubbio le competenze che servono per guidare la squadra verso un rapido e convincente riscatto. Salire in seconda serie sarà complicato: le formazioni in lizza potrebbero essere tante, e inoltre non è affatto escluso che ci sia un’unica promozione in palio. Tuttavia sono certo che Casalgrande potrà lottare in modo generoso e costante, per cercare di ritrovare sùbito quel posto in A2 che a maggio è stato perso proprio sul filo di lana”.
Intanto al momento tu sei impegnato con la Nazionale maschile Under 20, allenata da Boris Popovic. Questa settimana avete disputato due amichevoli a Maribor, in Slovenia: lunedì 27 i pari età di casa si sono imposti 39-30, ma poi martedì 28 è arrivata la vittoria per 32-24 sulla Croazia. Dal 7 luglio sarà quindi la volta dei Campionati europei di categoria, previsti in Portogallo: l’Italia è inserita nel girone D con Germania, Islanda e Serbia. Quali sono gli obiettivi minimi da centrare?
“Girone tutt’altro che semplice, ma la traiettoria che il nostro gruppo ha portato avanti fa ben sperare: le squadre in lizza sono in tutto 16, e noi punteremo a collocarci tra le formazioni di prima fascia. Compito arduo, ma fattibile”.
Nell’immagine in alto, a sinistra Enrico Aldini in azione con la maglia della Modula Casalgrande nel corso della serie A2 2020/21.